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> storia >
dal mille al millecinquecento
Dal mille al millecinquecento
Nel
1024 al Vescovo di Como
furono concessi i diritti feudali sulle due valli e proprio a quel secolo risale il primo nucleo della chiesa di S.Siro.
Nel Medioevo la coltivazione della vite era molto diffusa.
Un documento del 1073
ritrovato a Tirano lo conferma.
La terra fertile e il calore del sole, resero a lungo
Bianzone meta ambita dai nobili di Bormio
, che, a quei tempi, era una contea ricca di miniere di ferro e di marmo, di acque minerali e termali alle quali avrebbero attinto gli stessi imperatori romani.
Si presume quindi che intorno al 1100, quando Bianzone fu oggetto di interesse di due pie dame che fecero erigere
la chiesa di San Siro
, doveva essere già un abitato consistente. A quel tempo, numerose
famiglie benestanti di Bormio, forse una quarantina
, trovavano opportuno avere una seconda casa dove trascorrere le stagioni fredde, raccogliere l'uva dalle vigne e altri frutti. Oltre alla casa, molte nobili famiglie possedevano cantine, vigneti, prati, campi e giardini, e intere famiglie di contadini e intagliatori del legno erano al loro servizio. Essi, per sopravvivere, lavoravano la campagna e il legno per conto dei nobili.
Le vicende storiche del paese sono strettamente legate a quelle della parrocchia e della chiesa di San Siro. Per la sua particolarità geografica, Bianzone (insieme a Boalzo), era la sede invernale prescelta dai nobili del bormiese. Molte erano le ricche famiglie che vi si trasferivano durante la stagione fredda, accompagnate dai contadini e da quegli intagliatori che arricchirono le abitazioni con le stue, i locali tipici del bormiese.
Questi spostamenti stagionali fecero sì che Bianzone venisse considerata contrada di Bormio, e quindi da esso dipendente.
L'arciprete inviava un canonico che svolgeva durante l'anno il servizio liturgico e la raccolta dei frutti e proventi dalle diverse pertinenze.
E quando l'arciprete veniva a Bianzone, per esempio in occasione del santo patrono, era la comunità di Bianzone a dover provvedere alle spese dei tre giorni di soggiorno.
L'origine della chiesa di San Siro sembra risalire proprio al 1100, grazie alla libera donazione di due sorelle lì residenti, Nalucia e Pagana della Torre, all'arciprete della collegiata dei ss. Gervasio e Protasio della chiesa con le sue pertinenze e i redditi costituenti il beneficio:
"Nell'anno 1100, agli otto di febbraio, consta che Nalucia e Pagana, sorelle e figlie del fu Lanfranco de Vico- Arenato, che si chiamavano della Torre, col consenso de' loro mariti, Alderico marito di Nalucia ed Alderano di Pagana, consta dico, che facessero libera donazione all'arciprete e canonici di Bormio della chiesa di San Siro di Bianzone da esse fondata e costruita con tutte le pertinenze di prati, campi e vigne, con patto che essi fossero tenuti a farla officiare e a farvi celebrare perpetuamente un annuale per le loro anime nel dì 8 di febbraio. L'istrumento di tale rassegnazione fu ricevuto da Giovanni, giudice e messo del re, pubblico notaio".
L'atto è riportato nell'inventario dei beni della chiesa dei Santi Gervasio e Protasio di Bormio.
Dal XII al XIV secolo
Bianzone fu
feudo della famiglia Capitanei di Stazzona
.
Nel
1335
Como e, con essa la Valtellina e la Valchiavenna, vennero inglobate nella
Signoria milanese di Azzone Visconti
.
La Valtellina era ripartita in
terzieri
.
Bianzone, citata negli
Statuti
come “comune de Blanzono” faceva parte del Terziere Superiore con capoluogo Tirano.
Estinti i Visconti subentrò
Francesco Sforza
, ma già cominciavano a farsi avanti i nuovi signori delle valli dell’Adda e del Mera, le tre Leghe Grigie che ambivano a inglobarle nei loro territori per avere il pieno controllo dei traffici commerciali.
Nel 1487
Bianzone vide passare le
truppe grigione
che, tra febbraio e marzo, avevano invaso il Bormiese, scendendo poi e saccheggiando tutti i comuni fino a Sondrio. Le milizie grigione si disposero a lasciare la valle solo dopo il versamento di una cospicua somma da parte di Ludovico il Moro che poi nel
1500
fu sconfitto dal re francese Luigi XII.
( Vanda Cerveri)